Il nuovo sindaco, Giuseppe Bottini, interpreta il 44,52 per cento dei consensi ottenuto come "la conferma del buon lavoro svolto, per aver avviato a conclusione il porto e per tutto il lavoro degli ultimi 10 anni. Un lavoro che abbiamo intenzione di completare nei prossimi 5 anni partendo subito con il riavvio dell'iter della funivia". Delusa Marcella Severino: "Non per il buon risultato ottenuto, uno scarto di circa 200 voti ma perchè, girando le frazioni, avevo percepito un malcontento diffuso e la voglia di cambiare. Invece, nell'urna, gli stresiani, ancora una volta, hanno dimostrato di aver paura del cambiamento. Non è un caso che, fra gli eletti della lista vincitrice, siano quasi tutti stati riconfermati. Non c'è stata nemmeno la spinta al cambiamento interno alla maggioranza". Piero Vallenzasca, che per 11 voti è stato costretto a cedere il seggio in consiglio ad Alfredo Macrì del Giudice punta il dito contro gli astenuti: "Se gli 800 voti mancati a Bottini, rispetto a quelli andati a Di Milia nel 2010, non si fossero dispersi nell'astensione o nel voto a liste di partito mascherate come quella della Severino, si sarebbe potuta esprimere una maggioranza diversa. Siamo al paradosso, Bottini governa grazie a poco più di 1.000 voti su oltre 4 mila elettori. Le persone con cui ho parlato stamattina erano tutte scontente dell'esito elettorale ma un po' è anche colpa loro". "Mi auguro che il nuovo sindaco sappia risolvere i problemi, vecchi e nuovi, che lui stesso ha contribuito a creare. Se richiesto, darò il mio contributo", commenta il neo eletto Macrì del Giudice. Sull'astensionismo, Bottini dissente da Vallenzasca: "L'astensionismo è un fenomeno generale, non limitato a Stresa dove, comunque, ha votato il 50 per cento. Il 70 e passa per cento di 5 anni fa non poteva essere eguagliato. Di liste, allora, ce n'erano solo due. Quest'anno erano 4. Inevitabile che gli elettori si dividessero fra di esse".
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