Valentina D’Urbano, romana, 29 anni, è la più giovane vincitrice del premio Stresa di narrativa. La giuria dei lettori, che s’è espressa prima della cerimonia di assegnazione al Regina Palace hotel, ha decretato il trionfo del suo “Acqua Nera” (Longanesi) ambientato sul lago di Bolsena: 29 voti per lei contro i 14 della seconda classificata, Elisabetta Rasy, romana anche lei, autrice di “Non esistono cose lontane “ (Mondadori, l’unica che le abbia tenuto testa fino al 13° voto quando, man mano che procedeva lo spoglio le era dietro di un solo voto e, in tre occasioni, era in parità. Mai davanti. Più staccati gli altri: l’unico finalista uomo, Francesco Pecoraro, romano pure lui, con “La vita in tempo di pace” (Ponte delle Grazie), una carrellata degli ultimi 70 anni della storia d’Italia, dal 1943 anno di nascita del protagonista ai giorni nostri. Barese, ma residente a Roma, la quarta classificata, Antonella Lattanzi, autrice di “Prima che tu mi tradisca” (Einaudi). Siciliana di Caltagirone la quinta classificata, 4 voti per lei, e il suo “Il condominio di via della Notte” (Sellerio). La cinquina è stata selezionata fra 55 opere provenienti da tutta Italia
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