La vittoria del premio Stresa di narrativa 2015 è andata per distacco al "giovane" della cinquina, Lorenzo Marone, classe 1974. Il suo "La tentazione d'essere felici" (Longanesi) ha vinto per distacco, 29 voti per lui dalla giuria del lettori. Piazza d'onore ex-aequo a Francesca Romana de Angelis (Infiniti Giorni, Passigli) e Pieluigi Panza (L'inventore della dimenticanza, Bompiani), 12 voti a testa. Fanalino di coda, 3 soli voti, a Giorgio Montefoschi (Il volto nascosto, Bompiani). Quattro voti, espressi per corrispondenza da giurati popolari che non potevano essere presenti al Regina palace hotel, al grande assente, il regista Pupi Avati (Il ragazzo in soffitta, Bompiani), "azzoppato" da una tendinite, escluso automaticamente dalla gara. Quello di quest'anno, l'hanno sottolineato sia il vicepresidente della pro Stresa organizzatrice del premio Luca Gemelli, sia il presidente della giuria dei critici Gianfranco Lazzaro, sia l'assessore alla Cultura Albino Scarinzi è stato il premio della "vigilia". Vigilia della 30° edizione, che cade nel 2016, e del 40° anno, il premio fu istituito nel 1976 e subì un periodo di sospensione di 10 anni quando fu "risuscitato" dalla Pro loco che l'ha gestito per la sua "seconda vita". "Continueremo a sostenerlo finchè le risorse finanziarie a disposizione ci saranno" ha promesso Scarinzi. Un premio, a detta di Lazzaro, che "non è più un premio; mi pare che, con gli anni, sia ormai diventato per noi una sorta di 'mito"; o quanto meno un 'rito' che ci portiamo nel cuore; un 'rito' che, l'anno prossimo, compie quarant'anni!". Un rito al quale sono in molti a voler partecipare. "I cinque finalisti di quest'anno sono stati selezionati tra 60 diversi titoli", ha detto Gemelli al termine della cerimonia di premiazione.
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