La chiusura, già programmata da Poste italiane, arriva a Montecitorio. Su input di Marcella Severino, capogruppo di Progetto Comune, il deputato leghista Renato Simonetti ha presentato un'interrogazione sull'argomento al ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi. Interrogazione nella quale contesta la verifica dell'azienda a proposito di Carciano che, a suo avviso, sarebbe in contrasto con il testo della mozione con la quale, a suo tempo, le Camere avevano autorizzato la riduzione degli uffici. Riduzione che avrebbe dovuto risparmiare le situazioni di disagio. Che la chiusura di Carciano produca un disagio tenue, sostiene Simonetti, "è alquanto opinabile". Stresa, ricorda, ha già subito una chiusura, quella di Magognino. Carciano, inoltre, ha una popolazione residente di 1.181 residenti ai quali, da marzo ad ottobre, s'aggiungono turisti e villeggianti. Infine il suo rendimento economico è elevato, per l'azienda mantenerlo aperto sarebbe un guadagno non un costo. La "rimodulazione", intanto, sta incontrando più difficoltà del previsto. Come è emerso nella manifestazione del 31 luglio scorso sotto la sede provinciale di Verbania, i tagli e le riduzioni nel Verbano Cusio Ossola, sono stati spostati ad aprile 2016 a differenza che nel resto d'Italia dove partiranno ad ottobre. E dall'AgCom iniziano ad arrivare i primi dubbi sul rispetto della normativa europea da parte di Poste Italiane nel piano dei tagli e delle riduzioni dei giorni d'apertura al pubblico. Carciano, e gli altri uffici del territorio in predicato di riduzioni d'orario, hanno guadagnato un'altra manciata di mesi.
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