Villa Aminta non intende più realizzare la passeggiata a lago di circa 170 metri con due terrazze panoramiche che s'era impegnata a costruire in cambio della concessione di 3 mila metri di nuove volumetrie già realizzate. Il guard rail imposto dall'Anas, questa la motivazione della proprietà, avrebbe fatto lievitare i costi dell'opera a 41928,18 euro più Iva. In cambio della modifica dell'accordo stipulato nel 2009 con l'amministrazione Di Milia, e confermato nel 2012, realizzato solo per la parte d'ampliamento dell'hotel, la proprietà, è disposta a versare 225 mila euro più altri 24386,31 euro. L'accordo, ha rivelato durante il consiglio comunale Alfredo Macrì del Giudice (Uniti per Stresa), sarebbe stato raggiunto verbalmente tra il sindaco, Giuseppe Bottini, e la proprietà il 28 agosto scorso. E avrebbe dovuto essere ratificato dal consiglio. Invece la delibera è stata ritirata, dopo una breve sospensione, in attesa di riprendere i contatti con Anas per concordare opere di messa in sicurezza meno onerose per la proprietà ed indurla a rivedere la decisione di sciogliere la parte dell'accordo relativa alla passeggiata da villa Aminta alla Yacht club. Decisiva, ai fini del ripensamento della giunta, è stata la dichiarazione di voto contrario di Mauro Fortis, consigliere di maggioranza. "Pur comprendendo le ragioni che hanno indotto la giunta a decidere di accettare la proposta - ha detto - , chiedo il ritiro della delibera. In caso contrario voterò no". Prima di Fortis, Macrì del Giudice, dopo una dura requisitoria nella quale aveva tacciato di favoritismo le amministrazioni in carica dal 2009 aveva esortato i consiglieri di maggioranza a non approvare la delibera, a suo avviso illegittima. Marcella Severino ha contestato il mancato inserimento della servitù pubblica sui 450 metri quadrati utilizzati per l'ampliamento dell'hotel chiedendo che venga istituita adesso a compensazione del mancato rispetto dell'impegno preso. Ed ha accusato l'ex-sindaco, Canio Di Milia, d'avere, volontariamente o meno, indicato la possibile via d'uscita dalla convenzione a suo tempo stipulata con la sua lettera alla proprietà del 28 maggio 2014 nella quale chiedeva cosa intendesse fare.
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